La
chiesa di
Sant'Orsola (detta anche "Chiesa del Purgatorio") sorse nel XVI-XVII
secolo per volontà del sacerdote don Giovanni Donato Verna che voleva
affiancarvi anche un monastero per suore. Una disputa sulla
proprietà,
scoppiata tra i Verna ed altri, si risolse con la donazione della
chiesa alla
Congregazione dei Morti, avvenuta l'8 dicembre 1638.
La
Congregazione acquistò molte case intorno alla chiesa, per soddisfare
il
desiderio del Verna, senza però riuscire a realizzare il monastero. La
congregazione ha conseguito successivamente il titolo di
Arciconfraternita,
ottenendo il regio exequatur nel 1769.
La
Chiesa di
Sant'Orsola conta nei secoli diversi restauri. L'ultimo, recentissimo,
l'ha
riportata all'antico splendore. Oggigiorno ha la facciata in stile
barocco
rococò e si presenta ricca di stucchi. E' finemente affrescata nel 1938
da pregevoli affreschi a
tempera (link in alto) dell'artista
milanese Natale Penati, fra cui il
Martirio di Sant'Orsola.
Le pitture del Penati sono incastonate in cornici cosiddette
“a
tabernacolo”, che cioè riprendono i motivi degli elementi
architettonici della
chiesa, formando in tal modo un armonico insieme di forme e di pitture.
E'
sicuramente la chiesa artisticamente più interessante della città di
San
Giovanni Rotondo. Fra gli affreschi si ricordano la “Madonna col
Bambino, San
Gaetano e Anime del Purgatorio” di scuola napoletana (1655). A sinistra
dell’ingresso una “Deposizione” di scuola veneta del XVI
secolo, in
cattivo stato di conservazione. La chiesa conserva anche un tesoro
costituito
di reliquiari, calici, ostensori di argento. Tra questi anche una
bacinella
lustrale in rame lavorata a sbalzo con motivi ornamentali floreali e
con scene
dell’annunciazione, di probabile scuola fiamminga del secolo XV e da
qualcuno
attribuita a qualche artigiano arabo di Lucera (secolo XIII). Il pezzo
è stato
esposto a Bari in una recente mostra organizzata dalla Sopraintendenza.
Negli
ultimi anni la chiesa ha subito una radicale opera di restauro affidata
a
maestranze locali. A seguito della rimozione del pavimento e
dell’esplorazione
delle cripte per le sepolture sono emersi interessanti
elementi sui
costumi di sepoltura e sull’originaria fondazione della chiesa, che
probabilmente era impostata, sull’asse longitudinale, in maniera
leggermente
obliqua rispetto all’andamento attualmente. Restauri hanno subito anche
gli
apparati lignei (il coro e i pulpiti) e le pitture del soffitto. A
Sant’Orsola
si tiene una delle più interessanti ricorrenze pasquali: i Sepolcri.
I Sepolcri
Nella
tradizione sangiovannese i riti della Settimana Santa cominciano con i
"sepolcri", ovvero la visita delle Chiese del centro antico che
prosegue con i riti che si svolgono presso la Chiesa di S. Orsola dove
risiede
ed opera l'Arciconfraternita dei morti.
Il Giovedì Santo, con l’inizio della Passione di Cristo,
nella Chiesa di
S. Orsola si tiene il rito del canto dei salmi che culmina con il terremoto
(un gran fragore prodotto da particolari strumenti detti Castagnole)
che rievoca
la scossa che fece sussultare il Golgota allo spirare di Gesù.
Nella giornata del Venerdì Santo ha luogo la Processione del perdono,
che
consiste nell'incontro della Madonna con Gesù.
Durante la processione che si snoda per le principali vie cittadine la
Madonna
dell'Addolorata e Gesù che percorrono vie diverse si incontrano al
termine dei
rispettivi percorsi davanti alle porte del Palazzo di Città.
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 Olio su tela, autore N. Nuntii A.D. 1797
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