La
chiesa di San Giacomo Apostolo era
di proprietà dell'antico ospedale di San Giovanni Rotondo, della cui
esistenza
si ha certezza almeno fin dal 1304. Alla chiesa è legato anche
l'omonimo Monte
Frumentario di San Giacomo, funzionante fino all'anno 1875.
Nel 1718 essa
venne assegnata a due Gesuiti che vi costituirono la
Congregazione di
Maria SS. della Purità, la quale ottenne l'assenso Regio il 25 febbraio
1764. I
fratelli congregati provvidero subito ad ingrandire la chiesa,
demolendo alcune
case di proprietà dell'Ospedale. Le moltissime oblazioni raccolte dalla
Congregazione a seguito della esposizione al pubblico culto di una
statua di San
Pasquale Baylon fecero scattare un ricorso a Roma dei padri
francescani. La
disputa si risolse con il riconoscimento a questi ultimi del diritto di
questuare e di fare la processione nel giorno dedicato a S. Pasquale.
Il
6 novembre del 1860 in questa chiesa
si insediò un "Consiglio subitaneo di guerra" del nuovo Governo
unitario, che vi emise una feroce sentenza di condanna a morte nei
confronti di
tredici sangiovannesi riconosciuti colpevoli di eccitamento alla guerra
civile
ed altro durante la reazione borbonica del mese di ottobre del 1860,
culminata
con l'uccisione di ventiquattro concittadini liberali.
La
chiesa è una costruzione ad una sola navata, lunga
circa 15 metri, con il soffitto affrescato nel 1934 da un pregevole
affresco
dell’artista milanese Natale Penati ,
la "Glorificazione di Maria".
|
|